Scrittura su Argilla e Ceramica 2.0

a cura di Paola Cavaliere e Danila Piacentini

Scheda di catalogo



Per la catalogazione e la gestione della documentazione archeologica e epigrafica è stata elaborata un'apposita scheda, la cui struttura permette la classificazione completa dei dati relativi al supporto e di quelli relativi alla parte epigrafica e/o iconografica. La scheda, grazie alla complessità della elaborazione, permette la catalogazione informatica di ogni oggetto prodotto in argilla e sul quale, prima o dopo la cottura, sia stato apposto un messaggio di qualsiasi tipo (epigrafico o iconografico). Ciascuna scheda è corredata da tutta la documentazione iconografica reperibile in bibliografia, documentazione che attraverso il puntatore può essere spostata per tutta l'area della scheda stessa o anche essere eliminata momentaneamente dalla visualizzazione a schermo.

Ogni singolo record è visualizzabile in un'unica schermata che può essere scorsa con lo scroll, volutamente non suddivisa in tabs per una visione sinottica delle informazioni schedate.

La schedatura è ordinata primariamente in relazione al Luogo geografico di rinvenimento dell'oggetto, dando particolare attenzione al Contesto di ritrovamento e alla sua Cronologia. La scheda registra anche il Luogo di conservazione, un dato che però non è sempre possibile indicare.

I dati relativi al Supporto sono una delle parti fondamentali nella schedatura del Corpus. Uno infatti dei presupposti del Progetto stesso è la necessità di catalogare il complesso delle testimonianze considerate in un unicum: supporto e episodio scrittorio.

La maggior parte delle testimonianza catalogate rientra in quello che viene genericamente definito Instrumentum domesticum, ma in argilla erano anche prodotte coroplastica votiva, matrici o cretule ad esempio. Sotto la voce Forma è indicata invece la morfologia specifica dell'oggetto schedato (coppa, piatto, anfora, thymiaterion), demandando alla voce Area di produzione l'ascrizione a una matrice culturale o il riconoscimento di un ambito geografico di produzione. La descrizione dei caratteri degli impasti trova posto nelle voci Impasto e Superficie. È proprio dall'attenta notazione dei caratteristi di alcuni impasti che è possibile ipotizzare per alcuni oggetti (specie le anfore) una possibile area di provenienza. Nella sezione Dati sulla posizione epigrafica viene indicata la posizione generica e la posizione puntuale dell'iscrizione, un dato significativo che può dare indicazioni di differenti consuetudini manifatturiere o del valore epigrafico nell'uso dello stesso oggetto.

Le sezioni Dati sull'epigrafe e Testo epigrafico sono interamente dedicate alla registrazioni delle informazioni epigrafiche.

Per ogni iscrizione incisa o graffita viene indicato, ove possibile, se sia stata eseguita prima o dopo la cottura. Le iscrizioni eseguite a impressione sono state tutte eseguite tramite punzone, al momento nessuna testimonianza indica l'utilizzo di matrici con impresse nella valva iscrizioni di alcun tipo.

Nell'ambito del Progetto, particolarmente significativa è la parte di schede correlate alla marcatura delle anfore che, al di là delle sue manifestazioni (eseguite prima o dopo la cottura, letterali o iconografiche), potrebbe avere avuto nel mondo punico un analogo valore semantico, "ideologico" e funzionale. La sezione dei Dati sul bollo è strutturata in funzione della descrizione completa di tutti i dati epigrafici e/o iconografici relativi a un eventuale cartiglio e forma, contenuto e caratteri del bollo vero e proprio. Sotto la voce Cartiglio formato, anche quando questo non è presente viene inserita la tipologia del bollo elaborata da J. Ramon. La voce Bollo epigrafico tiene specificamente conto del numero di lettere presenti sul bollo, nell'ottica della possibile interpretazione dei bolli letterali non come parole/nomi completi ma piuttosto come le loro iniziali. Mentre nel campo Bollo iconografico - tipo della rappresentazione viene indicato il motivo iconografico, utilizzando le definizioni tradizionali (palmetta, delfino, cd. segno di Tanit, caduceo...).

Per quanto riguarda l'area Testo epigrafico, una delle problematiche maggiori nella creazione del Database è correlata proprio alla resa e alla visualizzazione a schermo dell'alfabeto fenicio-punico, indipendentemente dalla presenza sul terminale dell'utente di font locali per la loro lettura o dall'installazione di un software apposito. Ciò è stato reso possibile tramite l'utilizzo di Unicode UTF-8 e una particolare configurazione di MySQL. Nella modalità di consultazione l'utente vede direttamente l'iscrizione in caratteri fenici, immessa tramite un tastierino virtuale. Nella modalità di ricerca, gli utenti avranno a disposizione l'intero alfabeto e potranno digitare direttamente sul tastierino a schermo i singoli segni o la combinazione di segni che desiderano richiamare.

Nelle Note confluiscono tutte le informazioni aggiuntive, osservazioni sul materiale e su eventuali aspetti trattati nella loro edizione, come anche la correlazione con altre schede epigrafiche all'interno del Database che presentino collegamenti e analogie di tipo archeologico o epigrafico.

La bibliografia, strutturata con il sistema americano a chiave, è interamente e immediatamente visibile passando il puntatore del mouse sopra la chiave stessa, visualizzando così il dato bibliografico completo.

8 settembre 2019